Settembre è quasi giunto al termine e le tanto attese e bramate vacanze sono terminate. Prima che possiamo accorgercene ci troviamo ad affrontare il tanto temuto “ritorno alla realtà”, che corrisponde nella maggior parte dei casi, al rientro in città e al lavoro. Probabilmente ad aspettarci ci sono le questioni “sospese”, che abbiamo deciso di procrastinare e affrontare al rientro.
Se già la procrastinazione, che di per sé è una strategia disfunzionale per gestire l’ansia, non aiuta, il rientro dalle vacanze potrebbe essere accompagnato da un gran senso di tristezza ed altri sintomi tipici di una sindrome piuttosto comune chiamata: Sindrome post-vacanze.
Stordimento, tachicardia, astenia, calo della concentrazione, irritabilità, preoccupazione, ansia anticipatoria, affaticamento, disturbi del sonno, sono i sintomi più diffusi di questa condizione che, come caratteristica ha quella di essere passeggera. Se i suddetti sintomi sono prolungati, è consigliabile rivolgersi ad uno specialista per escludere la presenza di un disturbo ansioso e/o depressivo, e perché no, valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico.
Ma cos’è la Sindrome post-vacanze e perché potremmo sperimentarla?
La sindrome post-vacanze o anche detta sindrome da rientro, ci raccolta il disagio e la difficoltà di tornare ad un tempo veloce e frenetico in cui i ritmi sono molto serrati e gli impegni lavorativi sono vissuti come imposti e sacrificali. In vacanza o in viaggio, probabilmente, abbiamo rallentato e siamo stati immersi in un tempo “analogico”, fatto di connessione sensoriale e contatto con Sé, con i propri bisogni e col momento presente.
Forse ci siamo concessi di posare il nostro sguardo su tramonti, paesaggi, mare, montagna o su un appassionante romanzo; di annusare gli odori della natura; di toccare la sabbia; di gustare un buon cibo; di ascoltare buona musica. Dunque, si può smontare l’equivoco secondo cui “la mente si ricarichi col riposo” e percorrere la strada del benessere mentale, fatto di presenza e rallentamento.
Come rendere meno traumatico il rientro:
A questo punto, dovrebbe essere semplice immaginare quali strategie adottare per non rendere troppo “traumatico” il rientro! Si seguito eccone alcune:
- Non vivere le vacanze come un evitamento e quindi una fuga dalla realtà. Piuttosto potrebbe essere funzionale osservare, scoprire ed entrare in contatto a livello sensoriale con la realtà (anche se non è sempre rappresentata da un tramonto!) senza negarla;
- Ritagliarsi alcuni minuti al giorno per coltivare il nostro benessere attraverso attività piacevoli e che coinvolgano il più possibile i nostri sensi: leggere qualche pagina di un libro, annusare un fiore, gustarsi un caffè, camminare;
- Ricominciare gradualmente tutte le attività, senza farsi prendere dalla mole d’impegni, prendersi quindi, il giusto tempo, per riambientarsi e abituarsi alla routine;
- Non abbandonare gli hobby coltivati in vacanza! Se durante il periodo di pausa si sono scoperti nuovi passatempo, potrebbe essere gratificante e rilassante continuare a coltivarli durante le pause a lavoro.