Molte coppie vivono periodi di crisi, eppure solo alcune decidono di chiedere l’aiuto esterno di un terapeuta. Il dato positivo è che le comuni difficoltà di una relazione possono essere superate grazie a una terapia di coppia qualificata.

I problemi che emergono in una terapia di coppia tendono ad essere quasi sempre gli stessi: i cambiamenti di vita, la difficoltà di liberarsi del proprio bagaglio familiare, o l’incapacità di scendere a patti con la parte non emersa della relazione.

Quando uno solo, o entrambi i partner, vivono un malessere duraturo, la terapia di coppia si rivela essere un ottimo strumento di aiuto. Soprattutto per coniugi sotto lo scacco di dinamiche ripetitive che alimentano incomprensioni e creano un circolo vizioso di frustrazione, fino a determinare un calo del desiderio.

La coppia non vive solo nel presente. A volte il suo buon funzionamento può essere sabotato dall’intrecciarsi con dimensioni interpersonali. Ciascuno ama in base alle proprie esperienze e ai traumi subìti, che possono essere rivissuti quando si diventa genitori.

Quando due persone si scelgono stringono un patto costituito da una parte emersa ed esplicita e una parte sommersa e implicita. La parte emersa unifica la coppia ed è costituita da: richieste aperte e accettazione delle richieste del partner; norme esplicite e chiare; accordi condivisi tra i due partner;

La parte sommersa, al contrario, è determinata da: vincoli inconsapevoli; richieste implicite che l’altro ci confermi una specifica immagine di noi.

Ovvero: “Ti scelgo per ciò che segretamente vorrei che fossi”. Certe coppie, per esempio, basano l’equilibrio sulla dinamica dichiarata dei ruoli di salvatore e salvato. Ma quando i ruoli si invertono, il salvatore pone al partner richieste di accudimento percepite come improprie. Qui può verificarsi una crisi di coppia.

I fattori più comuni all’origine di una crisi di coppia sono, comunque, divisi in due categorie: i fattori esterni, percepiti come incontrollabili e causa di insicurezza, e i fattori interni.

Nel dettaglio: i fattori esterni possono essere i cosiddetti life-events, ovvero i cambiamenti di vita, negativi e positivi, che impattano sull’equilibrio della coppia: un lutto o la cura di un bambino appena nato, la perdita di un lavoro, una malattia, delle catastrofi naturali; fattori interni quali l’uscita dalla famiglia d’origine e il relativo bagaglio familiare (idee, valori, abitudini) che può essere un ostacolo alla definizione del nuovo nucleo familiare.
Quando l’uscita dalla famiglia di origine risulta complessa, può verificarsi quella condizione definita del figlio cronico, e risulta difficile svincolarsi dalla famiglia di origine per costruire una identità autonoma.

Il tradimento può essere un fattore scatenante la crisi. Per coniugi che hanno dichiarato fedeltà questo è uno dei principali fattori disgreganti, perché compromette la fiducia nel partner. Tuttavia, è possibile capire perché avvenga un tradimento e provare a superarlo.
Spesso la crescita individuale dei partner non procede di pari passo. Questo momento può accadere in concomitanza della richiesta di una maggiore autonomia di un elemento della coppia.