Attacco di Panico: cos’è e come riconoscerlo

“Avevo un dolore al petto, come una pinza che mi stringeva”
“Il cuore batteva sempre più forte, credevo esplodesse”
“Mi fischiavano le orecchie, le gambe non mi reggevano, la vista era appannata… un incubo”
Questi sono generalmente pensieri tipici di chi ha sperimentato un episodio di Attacco di Panico.

Tra mito e realtà: perché parliamo proprio di panico? L’origine della parola “panico” è da ricercare nella mitologia, il nome deriva dal dio Pan, il dio dei pascoli e della natura. Il dio Pan era un essere spaventoso, col corpo caprino, un viso barbuto, le corna e la coda.

Per via del suo aspetto Pan non era molto fortunato in amore, e spesso veniva respinto; a volte poteva essere molto molesto e grezzo nei modi e si innervosiva quando veniva disturbato durante il riposo pomeridiano. In questo caso, infatti, si metteva a urlare e il suo grido generava un’immensa paura in chi si trovava in quella zona. Oppure, a volte, Pan si divertiva ad apparire improvvisamente davanti ai visitatori del bosco, provocando in loro un inaspettato terrore, o “attacco di panico”.

Cos’è un attacco di panico?

Secondo il DSM 5, gli attacchi di panico sono caratterizzati da improvvisa paura o disagio intensi che raggiungono il picco in pochi minuti, periodo durante cui si possono verificare:

  1. Palpitazione, cardiopalmo, tachicardia.
  2. Sudorazione
  3. Tremori fini o a grandi scosse.
  4. Dispnea o sensazione di soffocamento.
  5. Sensazione di asfissia.
  6. Dolore o fastidio al petto.
  7. Nausea o disturbi addominali.
  8. Sensazioni di vertigine, d’instabilità, di “testa leggera” o di svenimento.
  9. Brividi o vampate di calore.
  10. Parestesie
  11. Derealizzazione o depersonalizzazione.
  12. Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
  13. Paura di morire.

Ricorrenti attacchi di panico inaspettati, portano alla comparsa di un Disturbo di Panico.

Disturbo da Attacchi di Panico e agorafobia

Il Disturbo di Panico è legato a un’altra condizione psicopatologica: l’agorafobia.

L’agorafobia è la paura di trovarsi in situazioni da cui non è possibile fuggire né ricevere aiuto in caso di pericolo. Una persona con diagnosi di agorafobia può avere paura a viaggiare sui mezzi pubblici, a stare in spazi aperti o chiusi, a uscire di casa per il timore di trovarsi di fronte a situazioni particolarmente stressanti. Quando la persona che soffre di agorafobia si trova in una di queste situazioni (o in molte altre situazioni simili) avverte frequentemente i sintomi fisici e psicologici tipici dell’attacco di panico (battito del cuore accelerato, iperventilazione, sudorazione, senso di malessere diffuso, etc.).

Generalmente come comportamento protettivo, viene adoperato “l’evitamento” di tutte quelle situazioni che potrebbero scatenare l’ansia e l’utilizzo di un accompagnatore (amico o persona cara) per svolgere le attività temute.

Non tutti coloro che hanno un attacco di panico hanno un disturbo di panico, ma avere attacchi di panico ricorrenti è un sintomo del disturbo di panico. Alcune persone con agorafobia hanno attacchi di panico, ma è possibile soffrire di agorafobia anche in assenza di attacchi di panico.

Le cause del disturbo di panico o dell’agorafobia 

Le cause esatte del disturbo di panico o dell’agorafobia non sono note, ma esistono diversi fattori di rischio, tra cui:

  • Storia familiare di disturbi d’ansia o malattie depressive (alcuni studi suggeriscono una possibile componente genetica);
  • esperienze di vita negative: esperienze estremamente stressanti, come abusi infantili, licenziamento o la morte di un familiare o di un amico, sono state associate a ricorrenti attacchi di panico;
  • condizioni mediche fisiche: alcune condizioni mediche, come aritmie cardiache, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva e sindrome dell’intestino irritabile, sono associate al disturbo di panico.

Diagnosi differenziale  per arrivare ad effettuare una diagnosi precisa sul paziente: È importante consultare il proprio medico per un controllo, assicurandosi che eventuali sintomi fisici ricorrenti, simili al panico, non siano dovuti a malattie, tra cui:

  • Diabete
  • Asma
  • Lamentele dell’orecchio interno
  • Ipertiroidismo (ghiandola tiroide iperattiva)
  • Disturbi cardiaci (cuore)
  • Ipertiroidismo post-partum (dopo il parto)

Il modello del circolo vizioso: Come un cane che si morde la coda

Uno dei modelli più utili per la concettualizzazione teorica ed il trattamento dell’attacco di panico è quello proposto da Clark (1986) anche conosciuto come il modello del circolo vizioso. I modelli del circolo vizioso sono molto usati in terapia per contestualizzare, comprendere e trattare i disturbi d’ansia. Nel modello proposto da Clark, fattori scatenanti interni o esterni vengono considerati come una minaccia percepita che innesca uno stato di ansia. A sua volta l’ansia elicita una serie di sintomi somatici (descritti precedentemente) e cognitivi (pensieri preoccupanti). L’erronea interpretazione di queste manifestazioni aumenta il livello d’ansia che a sua volta stimola ulteriormente la comparsa dei sintomi suddetti innescandosi così un circolo vizioso basato su sintomi d’ansia e la loro erronea interpretazione, dando via all’attacco di panico.

“Fight or Flight”: la risposta “fuggi o combatti” implicata nell’attacco di panico

Quando ci troviamo a dover affrontare un pericolo immediato, il nostro corpo produce una serie di sostanze chimiche come l’adrenalina, che favorisce dei cambiamenti fisiologici e fa sì che il cervello “ordina” al sistema nervoso autonomo di attivare la risposta “fuggi o combatti” (ad esempio, la frequenza cardiaca e la respirazione vengono accelerate e il sangue viene trasferito ai muscoli per prepararsi al combattimento fisico o alla fuga).

Un attacco di panico si verifichi quando viene attivata la risposta “Fight or Flight”, ma senza il manifestarsi di un reale pericolo.

Alcuni dei fattori che possono indurre il corpo ad attivare in modo inappropriato la risposta “fuggi o combatti” includono:

  • Stress cronico (in corso): questo fa sì che il corpo produca livelli più alti di sostanze chimiche stressanti come l’adrenalina.
  • Stress acuto (causato da un evento traumatico): può improvvisamente inondare il corpo di grandi quantità di sostanze chimiche stressanti.
  • Iperventilazione abituale: disturba l’equilibrio dei gas nel sangue perché riduce i livelli di anidride carbonica.
  • Esercizio fisico intenso: per alcune persone, questo può causare reazioni estreme.
  • Eccessiva assunzione di caffeina: la caffeina contenuta nel caffè, nel tè e in altre bevande è un forte stimolante.
  • Malattia: può causare cambiamenti fisici.
  • Cambiamento improvviso di ambiente come entrare in un ambiente sovraffollato, caldo o soffocante.

Cura e trattamento attacco di panico: Intervento terapeutico

Nel trattamento del disturbo di panico con (o senza) agorafobia, la psicoterapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato ampiamente e scientificamente la propria efficacia. Inoltre, si è rivelata indicata per gestire gli attacchi di panico, ponendosi primariamente l’obiettivo di promuovere l’accettazione della sensazione dell’indebolimento del senso di sé che viene spesso considerata dal paziente minacciosa e assolutamente da scongiurare.

Bibliografia

  • GRAGNANI A., PARADISI G., MANCINI F. (2011). Un modello cognitivo del disturbo di panico e dell’agorafobia. Aspetti psicopatologici e trattamentoPSICOBIETTIVO, vol.31 (3).

Articolo a cura della Dr.ssa Eva Manco