Nel dicembre del 2019, a Wuhan, in Cina, è stata registrata la presenza di una serie di casi atipici di polmonite. E’ l’inizio di ciò che in seguito ha preso il nome di Covid-19, che dalla Cina, come un’inarrestabile onda anomala, ha raggiunto il mondo intero. Fino ad arrivare a portare l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel marzo del 2020, a dichiarare lo stato di pandemia.
Covid: stress e depressione
Nel giro di poche settimane la vita delle persone, in tutto il mondo, ha subito drastici cambiamenti. Cambiamenti emotivi, psicologici, economici, sociali.
La vita è stata messa in pausa, bloccata in uno stato di sospensione caratterizzato da una profonda incertezza, dalla vulnerabilità e dal pericolo.
Questo è lo stato psicologico ed emotivo con cui, ormai da più di un anno, siamo costretti a convivere e fare i conti. Paura e precarietà rappresentano il riflesso principale, soggettivo e sociale, di questi mesi.
Quali sono gli effetti psicologici del covid-19?
Il Covid-19 è associato ad una maggiore prevalenza di sintomi psichiatrici nella popolazione generale rispetto al periodo precedente alla pandemia, e ad un incremento della sofferenza mentale ed emotiva di chi già in precedenza aveva difficoltà.
Nello specifico è stato rilevato un aumento dei sintomi depressivi, in particolare negli studenti e nelle persone con età inferiore a 40 anni. Stesso andamento per ciò che riguarda ansia e sintomi associati; un recente studio italiano inoltre ha evidenziato la presenza di uno specifico disordine di natura ansiosa collegato alla pandemia, che pare riguardare, anche in questo caso, principalmente i più giovani.
La riflessione che direttamente consegue all’osservazione di questi dati evidenzia l’importanza e la necessità di un forte impegno politico e sociale nel prestare attenzione e dare ascolto a quella che sembra essere, a tutti gli effetti, una parallela emergenza sanitaria, attenzione che rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela e prevenzione del benessere mentale attuale e futuro della popolazione.
Coronavirus e psicologia: gli effetti a lungo termine
Un altro rischio nato dai mesi di isolamento forzato sono i disturbi agorafobici. L’agorafobia è una patologia che include la paura di trattenersi negli spazi aperti o affollati, frenando la persona a compiere le più semplici e banali attività.
Esistono, inoltre, soggetti che possono sviluppare tratti agorafobici, soprattutto dopo mesi di lockdown, avvertendo l’esterno come un luogo rischioso e ad alto rischio.
IMPARIAMO A CHIEDERE AIUTO
E’ importantissimo intervenire rapidamente anche con un breve percorso di trattamento psicoterapico: la psicoterapia cognitivo comportamentale, in questo caso, risulterà utile a ristabilire l’equilibro.
- Marco Mozzoni, Elena Franzot, versione italiana a cura di, “Coronavirus Anxiety Scale (CAS)” Department of Psychology, Christopher Newport University, Virginia USA 2020; Brainfactor Research 5/5/2020.
- Matthias Pierce, Holly Hope, Tamsin Ford, Stephani Hatch, Matthew Hotopf, Ann Jhon, Evangelos Kontopantelis, Roger Webb, Simon Wessely, Sally McManus, Kathryn M. Abel “Mental Helth before and during the COVID-19 pandemic: a longitudinal probability sample survey of the UK population”. The Lancet Psychiatry 2020 Oct; 7 (10): 883-892, Epub 2020 July 21.
- Jiaqi Xiong, Orly Lipsitz, Flora Nasri, Leanna M.W. Lui, Hartej Gill, Lee Phan, David Chen-Li, Michelle Iacobucci, Roger Hoe, Amna Majeed, Roger S. McIntyre “Impact of COVID-19 pandemic on mental health in the general population: A systematic review”. Journal of Affective Disorders 277 (2020) 55-64.

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Esperta in psicodiagnostica. Lavoro come psicoterapeuta con adulti e adolescenti utilizzando il metodo della Terapia Metacognitiva Interpersonale. Mi occupo principalmente del trattamento di disturbi di personalità, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore. Socio SITCC, socio CMT Italia.
Socio Ordinario SITCC.
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