Partiamo dal concetto fondamentale per parlare di tutti i disturbi d’ansia, quindi compreso il Disturbo di Attacchi di Panico e Agorafobia: Ansia.

Spesso affermiamo di provare ansia, la cosa particolare è che l’ansia non è un emozione bensì è il precursore di un emozione che noi chiamiamo Paura. L’ansia, così come la paura, sono  fondamentali per la nostra sopravvivenza; infatti senza l’ansia saremmo già stati cacciati dal leone nella savana. Ebbene si, nonostante nella vita quotidiana spesso ci lamentiamo dell’ansia, in realtà dovremmo ringraziarla perché ci permette di agire correttamente nel mondo. Prima di un esame generalmente sentiamo ansia, questo perché la nostra mente pensa che ci sia un potenziale pericolo (quindi NON c’è ancora un reale pericolo), ad esempio il timore di essere bocciati (se è un esame scolastico/universitario), di non essere ammessi (se è un esame di un concorso), oppure un responso positivo (se è un esame medico). Ciò che la definisce il precursore della paura è dato dal fatto che quando proviamo paura realmente siamo di fronte ad un pericolo, ad esempio il leone che ci sta attaccando, un mal intenzionato ci sta derubando.

Sentire ansia ci permette di sentire il sentore dell’allarme e di non arrivare ad una situazione di reale pericolo.

Questo accade quando l’ansia funziona correttamente. Altre volte però, capita che una persona possa sentire una forte ansia e non capisce il perché. Uno dei modi disfunzionali di provare questa sgradevole sensazione è tramite gli attacchi di panico. L’attacco di panico necessita di alcuni ingredienti:

  • Palpitazioni tachicardia
  • sudorazione
  • tremori fini o a grandi scosse
  • dispnea o sensazione di soffocamento
  • sensazione di asfissia
  • dolore o fastidio al petto
  • Dolore o intorpidimento al braccio sinistro
  • nausea o disturbi addominali
  • sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
  • Derealizzazione, ovvero sensazione di irrealtà come se non si riconoscesse la forma degli oggetti intorno a sé
  • Depersonalizzazione, ovvero sensazione di essere distaccati da se stessi, di non riconoscimento
  • brividi o vampate di calore

 

Non è necessario di avere tutti questi sintomi per avere un attacco di panico, infatti bastano pochi sintomi e dipende anche da quanto sono acuti tali sintomi. Oltre a questi la persona viene accompagnata da un timore che generalmente è il timore di stare per morire spesso con un attacco cardiaco, oppure il timore di impazzire, oppure il timore di perdere il controllo. Capita che le sensazioni siano così forti e che l’ansia sia così intensa da arrivare a pensare che il timore di morte (o il timore in corso) stia per avverarsi, tanto da andare al pronto soccorso. In genere l’attacco di panico non dura molto, anche pochi minuti ma la persona che ne prova esperienza lo percepisce come molto più lungo. Durante l’attacco la persona può comportarsi in diversi modi: cercare di fuggire, correre, può urlare.

 

Questa descrizione è essenziale ma non sufficiente per parlare di Disturbo da Attacco di Panico (DAP), infatti anche chi non soffre di questo disturbo può aver avuto esperienza dell’attacco. Ciò che trasforma l’attacco in un disturbo è il timore di avere altri attacchi di panico. Infatti, quando si inizia ad avere paura di avere attacchi di panico, la persona inizia a cambiare comportamenti. Infatti può iniziare ad isolarsi per non avere attacchi di panico di fronte ad estranei, questo accade perché alcune persone possono vergognarsi di questi attacchi; oppure possono portare con sé oggetti “salva vita” come una bottiglia d’acqua oppure dei calmanti; possono avere degli accompagnatori, come il/la proprio/a coniuge, amici stretti o parenti di cui ci si fida; può iniziare ad evitare di uscire di casa per paura di avere un attacco per strada; la persona può evitare di fare sforzi fisici e attività motoria; può evitare luoghi dove non ci sono vie di fuga. Qualche volta, a questa condizione, si può associare anche sintomi depressivi, questo sia a causa del cambiamento dello stile di vita e sia perché non si sa come uscirne.

Un altro disturbo d’ansia che spesso si associa al DAP è l’agorafobia. Questo perché spesso chi soffre di agorafobia quando si trova nel luogo temuto, manifesta l’ansia tramite attacchi di panico.

Inizialmente si tendeva a pensare che la persona che soffrisse di agorafobia temeva gli spazi aperti, oggi invece si includono anche spazi chiusi, spazi stretti, luoghi senza via d’uscita, ma anche file nei negozi e luoghi affollati (come centri commerciali).

Come abbiamo detto prima, l’ansia si sente quando c’è un potenziale pericolo. In questo caso qual è il pericolo? È quello di non potersi allontanare e salvarsi facilmente se si trova in uno di questi posti. Anche qui vediamo che la nostra persona inizia ad avere dei cambiamenti nel comportamento, quindi come per gli attacchi di panico, si possono presentare gli stessi evitamenti e le stesse accortezze aggiungendo l’evitamento dei luoghi temuti. La persona può iniziare ad eliminare anche mezzi di trasporto pubblici e la vita può essere così limitante tanto da poter perdere il lavoro e l’isolamento.