Etimologicamente, Il termine “Capodanno” deriva dal latino, caput = “principio” + anni = “anno”.
Il Capodanno, inteso come primo giorno dell’anno, nasce nel 46 a.C. con il dittatore della Repubblica romana Gaio Giulio Cesare, il quale promulgò il calendario giuliano, basato sul ciclo delle stagioni.
Il Capodanno rappresenta l’inizio di un nuovo anno e la fine di un altro e rappresenta sempre un momento in cui si fanno bilanci e si propongono previsioni su come andrà quello nuovo. L’aspettativa di puntare in alto, però, può generare ansia. In più, ogni volta che si lascia spazio alla riflessione, potenzialmente si innesca una dinamica più “depressiva”, soprattutto se dal confronto con gli altri, pensiamo di uscirne sconfitti.
Accanto a brindisi e festeggiamenti, messaggi di auguri e buoni propositi, esiste quindi un’altra faccia della medaglia del Capodanno: un Capodanno fatto di ansia, depressione e, talvolta, solitudine.
È un momento in cui siamo più portati a pensare agli obiettivi che abbiamo raggiunto, e soprattutto a quelli che non abbiamo raggiunto.
È l’inizio di un nuovo anno, il principio da cui far partire i nostri progetti, le nostre speranze, i nostri desideri.
È nel mese di gennaio che si ripongono probabilmente più speranze, ma anche maggiori ansie: il mese del cambiamento, della svolta, del nuovo, del diverso.
La fobia del cambiamento: metathesiofobia
In campo psicologico, la paura del cambiamento si denota come vera e propria fobia definita metathesiofobia che si manifesta con la percezione di un forte stato di stress quando un individuo deve far fronte ai cambiamenti della vita quotidiana. È considerata come un disturbo d’ansia e i soggetti che ne soffrono provano un forte senso di timore verso il futuro e verso le scelte che esso potrebbe presentagli. Nello specifico, si genera un senso di inadeguatezza dovuto alla paura del nuovo, che porta ad autoconvincersi che le novità siano sbagliate e che tutto dovrebbe rimanere identico e invariato. Questa fobia è strettamente correlata alla paura dell’ignoto che agisce bloccando ogni istinto di trasformazione. Ciò che influisce è il livello di autostima di un individuo, fondamentale perché determina la percezione che esso avrà delle scelte. Soggetti con una bassa autostima si percepiscono come scarsi nell’affrontare anche le scelte meno complicate a fronte soprattutto di una mancata conoscenza della nuova strada da intraprendere che rende il processo decisionale più arduo, complesso e ansiogeno.
Ma è importante ricordare che il Capodanno non è altro che una data di scadenza, il momento in cui si cambia la pagina del calendario, un desiderio che dura il tempo di un attimo, nel conto alla rovescia degli ultimi 10 secondi dell’anno che sta terminando, quando si stappa lo spumante a mezzanotte e partono i fuochi d’artificio.
Per affrontare al meglio l’inizio del nuovo anno è fondamentale non enfatizzare in maniera eccessiva gli impegni e, soprattutto, fare i conti con le proprie capacità. Il nuovo anno non è una corsa a ostacoli lunga 365 giorni. È giusto invece godere delle piccole conquiste, essere carichi a sopportare giorni di fatica e di stanchezza, soprattutto se in quel progetto ci crediamo ciecamente, tanto fortunatamente arriva il 2 gennaio e possiamo dire che il nuovo anno è già iniziato.
Intervento terapeutico con uno psicologo o psicoterapeuta
La psicoterapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato ampiamente e scientificamente la propria efficacia per aiutare a gestire il proprio tempo e la propria consapevolezza; il primo passo è infatti stabilire le priorità, riducendo le tempistiche: meno tempo si ha a disposizione, più riusciremo a rientrarci. Oltre al tempo è importante ridurre anche le distrazioni; “inconsapevolmente” siamo momentaneamente attratti da qualcosa, che ci fa sfuggire il tempo di mano e dopo rimuginiamo, con forti sensi di colpa. Inoltre, definire un obiettivo in modo chiaro porta anche ad una maggiore conoscenza delle emozioni e dei sentimenti attivati, diventando consapevoli del comportamento e della reazione fisiologica dell’emozione che stiamo vivendo.

Psicologa, Tutor DSA e Psicoterapeuta Cognitivo – Comportamentale in formazione presso la SPC di Napoli.
Ad oggi, svolgo la mia attività clinica privatamente con adulti e adolescenti per trattamento e cura di problemi di varia natura psicologica; nello specifico, con disturbi d’ansia e di panico, disturbi dell’umore e del comportamento sessuale, dipendenze legate all’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope (droghe, alcool, psicofarmaci, tabacco) e a dipendenze comportamentali (gioco d’azzardo, dipendenza da internet, dipendenze affettive ecc.), disturbi affettivi, difficoltà familiari e relazionali, problematiche adolescenziali e infantili, in particolare nella valutazione psico-affettiva, cognitiva e neuropsicologica del minore.
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