La sindrome del colon irritabile (ibs): cause e rimedi

La sindrome del colon irritabile, in inglese Irritable Bowel Syndrome (IBS), è un comune disturbo gastrointestinale di cui, secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia soffre il 10-20% della popolazione.

Il disturbo è caratterizzato da sintomi di dolore addominale o discomfort, associato a un’alterazione della funzione intestinale, con cambiamenti relativi alla forma e alla consistenza delle feci ed episodi variabili di diarrea e/o costipazione (Olden, 2002; Cashman et l., 2016). Inoltre, possono presentarsi altre manifestazioni sgradevoli quali meteorismo, flatulenza, sensazione di urgenza di defecare, sensazione di difficoltà a evacuare, sensazione di evacuazione incompleta, dolore durante l’evacuazione, dolore addominale o necessità di evacuare subito dopo il pasto.
Spesso la sintomatologia interferisce molto nella vita quotidiana e diventa fonte di grande imbarazzo per chi ne soffre.

L’IBS sembra colpire principalmente chi lavora nel mondo manageriale, industriale, politico, accademico, imprenditoriale, finanziario, bancario, ovvero in contasti lavorativi particolarmente stressanti nei quali vi sono alti livelli di competizione, standard elevati e focalizzazione sulla carriera e sui risultati da raggiungere.

Cause della sindrome del colon irritabile

Pur essendoci alcune ipotesi in merito, ad oggi non è stata ancora individuata una causa specifica che possa spiegare l’origine del disturbo; dunque, si ricorre a quella che viene definita ottica bio-psico-sociale, ovvero la somma di fattori biologici, psicologici e sociali. In particolare, la ricerca ha individuato diversi fattori che concorrono allo sviluppo di IBS, tra cui:

  • Uno stile di attaccamento insicuro ansioso/evitante che predispone il soggetto al pensiero catastrofico e allo sviluppo di convinzioni negative sul dolore;
  • Il tratto di personalità del neuroticismo che, ad alti livelli, può spingere la persona a scegliere strategie di coping disfunzionali quali la catastrofizzazione e la somatizzazione;
  • La difficoltà a riconoscere e regolare i propri stati emotivi;

Legame tra Mente e intestino 

Il nostro cervello è strettamente connesso con l’intestino, infatti, il sistema limbico (una serie di strutture cerebrali implicate nell’elaborazione delle emozioni) comunica i cambiamenti emotivi all’intestino tramite il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) che, per definizione, sfugge al nostro controllo volontario ed è diviso in sistema nervoso parasimpatico, simpatico ed enterico. È proprio quest’ultimo a controllare il tratto intestinale, mentre il primo e il secondo rispettivamente contribuiscono alle funzioni di rilassamento/digestione e alle reazioni di attacco/fuga.

Una volta compreso come funziona il SNA è facile intuire che tutti gli stimoli in grado di influenzarlo hanno delle conseguenze anche sul sistema enterico e quindi sul tratto gastrointestinale: è proprio per questa stretta relazione tra mente e intestino che possono comparire tutti i sintomi tipici di questo apparato.

Il ruolo dello stress

Lo stress è uno dei principali fattori di rischio nella sindrome del colon irritabile. In particolare, possono intervenire fattori di primo livello, quali la presenza di disturbi d’ansia, depressione, somatizzazione oppure di secondo livello, riconducibili alla routine quotidiana, come lo stress per il lavoro, difficoltà economiche, scarse capacità di problem solving, pressioni relazionali. Lo stress può agire sul sistema nervoso enterico, alterandone l’equilibrio con il conseguente rischio di sviluppare le specifiche condizioni psicopatologiche dell’IBS.

Le conseguenze della sindrome del colon irritabile

Nonostante non venga associato ad una patologia visibile e/o identificabile, l’IBS può arrecare grande disagio a chi ne soffre e spesso si associano vissuti di ansia, imbarazzo, vergogna e rabbia che possono incidere sullo stress generale dell’individuo, per questo motivo spesso vengono messe in atto le più svariate strategie per ridurre l’intensità dei sintomi.

Strategie inadeguate per gestire della sindrome del colon irritabile

Una strategia spesso adottata da chi soffre di IBS è l’evitamento, vale a dire rinunciare a quelle situazioni nelle quali si teme che possa sorgere la sintomatologia. Se sceglie l’evitamento, piuttosto che partecipare a una importante riunione di lavoro, la persona preferirà inventare una scusa per non prendervi parte, oppure eviterà le uscite con gli amici per timore del discomfort che potrebbe provare.

Un’altra strategia spesso utilizzata consiste nel seguire un’alimentazione particolarmente restrittiva durante i periodi nei quali si intensificano i sintomi, nel tentativo di ridurre eventuali sintomi.

Un’altra parentesi ancora è costituita dai comportamenti protettivi, ovvero tutta una serie di strategie messe in atto con l’intento di prevenire la comparsa del sintomo ed essere pronti a reagirvi.
Questi comportamenti si declinano in molteplici forme, qualche esempio uscire solo con determinati oggetti a portata di mano (ad esempio farmaci per ridurre dolori o problemi di evacuazione, fazzoletti, copri water, ecc.) oppure solo in determinate condizioni (ad esempio solo se c’è un bagno a disposizione, se si evitano certe fasce orarie, se c’è la possibilità di andar via, ecc.).

Seppure tutte quelle illustrate possano sembrare valide strategie per ridurre il disagio, hanno spesso un effetto opposto, specialmente in considerazione dell’origine psichica del disturbo. Evitare le situazioni nelle quali temiamo che possano insorgere i sintomi non fa altro che confermare lo schema che ciò avverrà, incrementando di conseguenza l’ansia e la paura per quello specifico evento.

Allo stesso modo, portare con sé oggetti utili a prevenire o contenere le conseguenze catastrofiche ipotizzate non fa altro che aumentare l’attenzione verso il disturbo e la relativa sintomatologia, alimentando un circolo vizioso che non aiuta la persona a liberarsene e finendo paradossalmente per peggiorare la situazione. Infine, una dieta particolarmente restrittiva per lunghi periodi può determinare notevoli carenze nutrizionali con tutti i conseguenti problemi di salute.

In sintesi, il rischio è soltanto un aumento dello stress, un peggioramento della sintomatologia e la tendenza all’isolamento con relative problematiche secondarie quali depressione, ansia e ritiro.

Cura e trattamento per la sindrome del colon irritabile

Ad oggi non esiste ancora un trattamento medico specifico per l’IBS, ma, abbracciando l’ottica bio-psico-sociale, si rimanda alla psicoterapia come principale strumento. In particolare, la psicoterapia cognitivo comportamentale, attraverso specifici protocolli, risulta un valido trattamento che permette di ristabilire un equilibrio nella propria vita e acquisire maggiore fiducia nelle situazioni quotidiane, poiché aiuta a conoscere e regolare meglio i propri stati emotivi, a ridurre i fattori di stress nella vita della persona e a ristrutturare tutte quelle credenze e abitudini disfunzionali che contribuiscono allo sviluppo e al mantenimento del disturbo.

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