Comunicare al proprio figlio che la famiglia si sta per allargare e che è in arrivo un fratellino o una sorellina, potrebbe rappresentare, per alcuni genitori, una fonte di preoccupazione. I primi dubbi riguardano la reazione che il figlio potrebbe avere davanti a tale notizia e da qui è caccia alle parole giuste!
Effettivamente non ci sono parole più adeguate di altre; ma alcuni consigli potrebbero fare al caso vostro.
Chiarezza e sincerità: Bisogna spiegare in modo chiaro e sincero, con un atteggiamento possibilmente tranquillo e tramite un linguaggio adatto all’età del figlio, cosa probabilmente succederà, quali cambiamenti ci saranno e come l’arrivo del fratellino e/o della sorellina modificherà un po’ le abitudini della famiglia.
PRIMO PASSO: AFFRONTARE I CAMBIAMENTI DELLA VITA QUOTIDIANA
In primo luogo, il consiglio è di soffermarsi sui diversi aspetti del cambiamento quindi facendo attenzione anche a quelli più pratici che riguardano la vita quotidiana e che possono essere considerati come banali. Per esempio, spiegare al proprio figlio che la mattina probabilmente la mamma non lo potrà più accompagnare a scuola, ma ci sarà il nonno poiché, non appena arriverà il fratellino e/o la sorellina, necessiterà di molte cure da parte del genitore. Conoscere e sapere cosa sta per succedere ha un effetto tranquillante per tutti, ma questo risulta essere ancora più vero per un bambino. In questo modo il figlio avrà meno sorprese e delusioni e non arriverà probabilmente a costruirsi fantasie bizzarre per sopperire alla mancanza d’informazioni.
SECONDO PASSO: AFFRONTARE GLI ASPETTI EMOTIVI
In secondo luogo, il consiglio è di ascoltare i suoi dubbi ed eventuali paure e di rassicurarlo. Di seguito potrebbe esservi utile una bellissima metafora utilizzata dal Professore Fabio Celi (Dirigente Psicologo dell’USL della Regione Toscana e docente di psicopatologia dello sviluppo) che si potrebbe usare per tranquillizzare il proprio figlio: “Il bene di mamma e papà non è come una torta, se uno, invece che avere una torta tutta per sé, deve dividerla con un altro, ne mangerà di meno. Il bene di mamma e papà è come il calore del sole. Non si divide. Il sole riscalda nello stesso modo un bambino, dieci bambini e cento bambini. Se sei in spiaggia a giocare, non devi dividere il calore del sole tra i tuoi amici che sono in spiaggia con te. Tu prendi tutto il calore. Anche gli altri prendono tutto il calore e forse in tanti ci si diverte di più”.
Oltre ad avere un effetto di rassicurazione in termini di amore dei genitori nei confronti del figlio, nell’ultima frase emerge un aspetto molto sottile: la possibilità che forse ci si potrà divertire più di prima con il nuovo arrivato.
Come gestire la gelosia con l’arrivo di un altro figlio?
La gelosia che il figlio più grande può provare per il nuovo arrivato potrebbe essere considerata come un evento fisiologico e si può dire anche che quando quest’emozione è totalmente assente dovrebbe farci riflettere. Sicuramente un po’ di sana gelosia non ha mai fatto male!
NON ENFATIZZARE LA GELOSIA: di fronte a quest’emozione bisogna assumere un atteggiamento più comprensivo e rassicurante possibile.
In casi estremi, la gelosia si manifesta con comportamenti aggressivi e, a volte, pericolosi nei confronti del nuovo arrivato. In questo caso, mettere al sicuro il bambino piccolo e provare a dare significato al comportamento disfunzionale senza rinforzarlo al fine di non favorire un aumento dei sintomi.
PRIMA ASCOLTARE, COMPRENDERE, ACCETTARE E INCORAGGIARE L’ESPRESSIONE LIBERA E ADEGUATA DELL’EMOZIONE E POI RIFLETTERE INSIEME: se il figlio più grande si arrabbia poiché non riesce a dormire di notte a causa del pianto del nuovo arrivato, bisogna prima ascoltarlo e comprendere che, dietro a quella frase, sta esprimendo un’emozione e allo stesso tempo deve essere valorizzata la capacità di essere riuscito ad esprimersi. Invece, se rispondiamo davanti ad una esternalizzazione di un’emozione: “Ma non ti vergogni?!”, la volta seguente probabilmente esprimerà quell’emozione in altro modo che potrebbe anche essere peggiore.
In un secondo momento quando il bambino si sentirà libero di dire ciò che prova, si può riflettere con lui ragionando sul fatto che puzza poiché è piccolo e ha bisogno di cure da parte di un adulto. Come detto in precedenza, prima bisogna ascoltare l’emozione e poi ragionarci insieme.
Inoltre, i genitori, nonostante gli impegni legati al nuovo arrivato, dovrebbero ritagliarsi del tempo da dedicare anche all’altro figlio. Così come anche gli amici e i parenti possono dare il loro contributo in questo processo, prestando attenzione non solo al nuovo arrivato, ma anche al bambino più grande portando anche a lui un regalo oppure manifestando sincero interesse anche per l’altro.
Quando affidarsi ad uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale?
Quando i genitori nonostante abbiano messo in pratica i consigli sopra riportati, notano:
- Forte irritabilità
- Mal di testa o mal di pancia ricorrenti
- Problemi del sonno
- Problemi alimentari
Questi sintomi potrebbero essere segnali da tenere sotto controllo come indicatori di disagio.
Rispetto a questi sintomi, occorre rivolgersi innanzitutto al pediatra di riferimento per escludere un disturbo fisico. Dopodiché, se la problematica rimane costante, ci si potrà rivolgere al centro flegreo di psicoterapia cognitiva che vi aiuterà a superare queste difficoltà.
Bibliografia
Fabio Celi (2018). La psicoterapia in età evolutiva. Hogrefe
Dr. Roberta Rosa Rosa