Come sarebbe un mondo in cui Doc (un personaggio immaginario, co-protagonista della trilogia cinematografica Ritorno al futuro), ci spedisse indietro nel tempo con la sua DeLorean? Come sarebbe vedere e parlare con i nostri genitori quando avevano la nostra età?
L’Imagery Rescripting: uso dell’immaginazione per trattare i ricordi traumatici
“Ho sei anni, siamo io, mamma e papà al centro commerciale. Ci andavamo spesso. È mattina e mamma e papà dovevano fare delle compere, io ho chiesto di accompagnarli e di saltare la scuola; mi hanno accontentato. Era pieno di gente, c’è della musica assordante e non mi piace particolarmente. Adesso sento la voce di una signorina che chiede di spostare una macchina, una panda messa in doppia fila. Ho la coda di cavallo e indosso un vestitino rosso con delle scarpette nere lucide. Mi piacciono molto quelle scarpe, ma mi vanno leggermente strette e mi fanno male gli alluci. Mamma ha le mani sudaticce e stringe la mia mano molto forte, mi fa male, inoltre mi tira perché va di fretta. Sta parlando con papà con quella voce un po’ acuta e mi rendo conto che stanno discutendo. Adesso ci fermiamo un attimo vicino ad una panchina dentro il centro commerciale. Le persone mi vengono addosso mentre vanno di fretta e alcuni non mi vedono nemmeno. Sento un poco di agitazione. Adesso papà si siede un attimo sulla panchina lasciando le buste a terra, mamma finalmente mi lascia la mano, si siede vicino a papà e continuano a discutere. Mi sento un po’ più agitata e inizio a guardarmi intorno con ansia. Mi sento un po’ triste perché mi aspettavo di divertirmi al centro commerciale con mamma e papà e invece sto correndo avanti e indietro, mi fanno male i piedi e vedo i miei genitori discutere. Mentre mi guardo intorno e sento il rumore delle persone, vedo un negozio di giocattoli e nella vetrina c’è una giostra piena di luci che trovo molto carina. Penso che mi piacerebbe averla. Mi assento un attimo. Poi mi giro per vedere mamma e papà. Non li vedo. Ho paura.
Erano a fianco a me e adesso non ci sono più. Penso “dove sono? Sono sola. Adesso cosa faccio? Voglio mamma”, ho paura, ho la tachicardia, sto sudando e tremo. Non so nemmeno come ma ho tutte le guance bagnate. Mi sembra passata un’eternità. All’improvviso vedo mamma e papà correre verso di me. Adesso sono immobile, non so che fare. Arriva mamma e mi da uno schiaffo sulla guancia. Sono terrorizzata e sono immobile. Non riesco a pensare a niente, guardo la scena. Mamma mi urla contro dicendomi che stavo guardando altrove invece di guardare dove stavano loro. Io non piango, non urlo più, sono immobile. Sono ancora frastornata, mamma mi prende la mano, stringendola molto forte, faccio un passo in avanti, piede destro e poi piede sinistro e mi trascina con loro.”
“Adesso le immagini si riavvolgono, come quando riavvolgo il nastro delle cassette; quindi vedo mamma che mi strascina con loro, stringe forte la mia mano. Ora faccio un passo in dietro, piede sinistro e piede destro. Sono immobile, la mano di mia mamma sta sulla mia guancia e adesso torna indietro. Vedo i miei genitori di faccia ma camminano al contrario come Michael Jackson. Bene. Immagine immobile.” E ora premo PLAY.
“Eccoli che compaiono tra la folla. Piango, ho paura, ho tachicardia. Mia madre si avvicina e mi da uno schiaffo e mi urla che stavo guardando altrove invece di guardare dove stavano loro. Tutto si ferma per un secondo, tutto è immobile.
Giro la testa e vedo un’adulta vicino a me, ha qualcosa di familiare. Mi assomiglia, assomiglia anche a mia madre e mio padre. Mi sorride con dolcezza e si siede sulla panchina al mio fianco. Mi chiede cosa c’è che non va. Io rispondo “ho paura, avevo perso mamma e papà”; lei mi guarda e dice “capisco che hai paura. Di cosa hai bisogno?” “ho bisogno di stare in un posto sicuro con i miei genitori. Ho bisogno di sapere cosa sta succedendo”. Questa adulta mi accarezza i capelli e mi dice “i tuoi genitori sono un po’ distratti, in questo periodo non vanno d’accordo per niente e litigano spesso.
Siccome pensano ad altro, si comportano come se tu debba prenderti cura di te stessa da sola, non pensando che hai 6 anni, sei una bambina, non puoi prenderti cura di te da sola”. Mi sento un pochino meglio, ho meno paura. Questa persona guarda mia madre e le dice con aria severa “è una bambina, non è colpa sua se non vi è corsa dietro. Sei tu la madre, sei tu che ti devi prendere cura di lei. State in questo centro commerciale e non vi siete nemmeno fermati a chiederle se volesse un gelato, se volesse giocare nell’area bambini. Non ti sei nemmeno resa conto che le scarpe che le fai indossare le vanno strette. Devi riprenderti, devi pensare a lei e risolvere i tuoi problemi. Lei ci sta male”, poi guarda me e mi dice “non è colpa tua se non li hai visti, è normale se ti distrai a guardare la vetrina di un negozio di giocattoli. Adesso come stai?”, io la guardo e dico “adesso sto molto meglio. Non ho più paura, sono solo un po’ triste per quello che è successo”. L’adulta mi guarda e mi chiede “cosa vorresti fare adesso?” e le dico “vorrei buttarmi in uno di quei giochi dove stanno un sacco di palline e mi sembra che sia un mare di palline”. Lei mi prende la mano dolcemente, ed ecco che mi trovo con lei dentro al mare di palline. Rido e tutto quello che è successo prima sembra solo un brutto ricordo.
Apro gli occhi. Mi trovo su una poltroncina e di fronte a me vedo una persona di cui mi fido. Ho le guance umide, ma adesso sto molto meglio.
L’Imagery Rescripting per creare nuovi modelli mentali e fisici
E se tutto questo fosse possibile? Con l’imagery rescripting abbiamo l’opportunità di creare un eco nel nostro cervello che ci permette di cambiare lo stato emotivo con cui abbiamo affrontato eventi che ci hanno segnato. Il punto di vista di un bambino è molto diverso di quello di un adulto, e se noi siamo sia l’uno che l’altro nello stesso momento, possiamo integrarli in un tempo sia passato ma anche presente.
La riscrittura delle scene può creare nuovi modelli mentali e fisici, aiutando i pazienti ad affrontare le esperienze di vita in modo più adattivo e soddisfacente. L’imagery rescripting non è semplicemente ripetere un evento che può migliorare l’umore del paziente. Il paziente scopre di rivivere tutto ciò che ha vissuto, con tutte le sensazioni, come se fosse accaduto nel presente, come se fosse reale. imagery rescripting non è cambiare il passato, cosa impossibile, ma permette una soluzione diversa per affrontare il mondo relazionale.
- Arntz A., Jacob G. (2013) Schema Therapy in azione: Teoria e pratica.