Infanzia e tecnologia: quando preoccuparsi?

La tecnologia, in generale, ha cambiato la vita di ognuno di noi. Dai bambini fino agli anziani.

Di per sé, i device che possediamo hanno migliorato la qualità della vita. Basti pensare al baby monitor utile per monitorare i neonati direttamente da qualsiasi smartphone.

Ma a preoccupare la comunità scientifica e, spesso, anche i genitori è la gestione disfunzionale dei device e il loro eccessivo utilizzo. Tali dimensioni comportano a severissimi rischi psicofisici e sociali, soprattutto quando parliamo di infanzia e adolescenza.

A quanti anni comprare il primo cellullare?

Grazie ad una precisa ricerca del 2018, Pediatri italiani e Psicologi hanno preso posizione sull’utilizzo dei dispositivi tecnologici in età prescolare.

In questa ricerca è stato consigliato di:

  • Non fornire o disporre ai bambini prima di due anni apparecchi tecnologici (cellullare; tablet; computer);
  • Fino ai 5 anni è consigliato l’uso solo per un’ora al giorno e di un unico device;
  • Fino a 8 anni è consigliato l’uso solo per due ore al giorno e con la supervisione di un adulto;
  • Mai sottoporre i bambini fino ai 9/10 anni contenuti violenti o che mostrano violenza.

Inoltre, la tecnologia non deve avere come fine o come obiettivo calmare il bambino o distrarlo, soprattutto in luoghi pubblici. Ad esempio, al ristorante per tenere il bambino calmo e seduto al tavolo gli viene fornito il cellullare lasciando i genitori tranquilli di godersi la serata.

Ma questo metodo, non fa altro che limitare, nel bambino, il naturale sviluppo della regolazione delle emozioni. Invece, interagendo con il figlio, abbracciarlo e giocandoci insieme si migliorerà il legame genitore-figlio/a, sviluppando il lui/lei una buona capacità di regolare ed esprimere le proprie emozioni e i propri bisogni a seconda dei luoghi e delle situazioni che vive.

Anche il touchscreen potrebbe interferire con lo sviluppo cognitivo del piccolo, in quanto ha bisogno di sperimentare esperienze dirette e concrete con gli oggetti affinando, in questo modo, la capacità di pensiero e risolvere problemi.

La comunità scientifica, dunque, è d’accordo nell’indicare come età giusta per regalare un cellullare o altro dispositivo ai bambini di 13 anni. In modo tale da non creare disfunzionalità nel loro normale sviluppo fisico e psicologico.

Quali problematiche possono comparire?

L’eccesivo accesso, utilizzo ed esposizione ai dispositivi tecnologici in età prescolare potrebbe interferire con un funzionale sviluppo psicologico, causando diverse problematiche:

  • Calo dell’attenzione, difficoltà mnemoniche e di concentrazione. Essere sempre connessi o esporre un bambino per molte ore ad un video riduce drasticamente la concentrazione e aumenta la distanza relazionale tra noi e il bambino e tra il bambino stesso.
    Ad esempio, un bambino che guarda un video mentre pranza, non è presente né a stesso in quel momento né alla dinamica del pranzo. Gusterà i sapori? Saprà comprendere quando è sazio o meno? …
  • Impassibilità di fronte a stimoli esterni e conseguente capacità di riconoscere le emozioni dell’altro. Infatti, i continui e velocissimi stimoli di un video non sono replicabili nella realtà fornendo al bambino una condizione di impassibilità.
  • Dissociazione delle emozioni dal corpo, in quanto il bambino è completamente assolto e immerso nel dispositivo tecnologico estraniandosi completamente dalla realtà.
  • Aggressività, i device rendono aggressivi e provocano spesso rabbia, soprattutto quando questi vengono disattivati o spenti dall’adulto. Si agisce con la rabbia perché è un’emozione primaria.

Inoltre, in età più avanzata, quindi in pre-adolescenza o adolescenza può svilupparsi la “Nomofobia”, ovvero la paura di restare senza cellullare (No mobile phobia). Tale fobia è molto comune ad oggi, infatti 7 ragazzi su 10 crede di “impazzire” se si dovesse rompere o scaricare il proprio cellullare.

Inoltre, questi ragazzi hanno la fobia di essere tagliati fuori se non rispondono immediatamente a un messaggio o ad una notifica social che arriva dal cellullare, per questo hanno con sé sempre il cellullare anche quando vanno in bagno. Spesso, passano intere notti insonni per interagire on line, tale fenomeno è detto “Vamping” (passare la notte svegli per chattare e commentare sui diversi social).

Educare dando il giusto esempio, ecco come

A dare il giusto esempio, ovviamente, devono essere i genitori o gli altri adulti significativi per il bambino (come nonni; fratelli maggiori).

Di seguito alcune indicazioni:

  • Non rispondere “un attimo” quando tuo figlio ti chiede di parlare, ma sei sommerso di informazioni dal device.
    I figli apprendono quel “un attimo” come una disconferma fino a non avere più interesse di parlare.
    Le richieste verbalizzate dei figli dovrebbero essere sempre una priorità, ovviamente nel rispetto della buona educazione;
  • Quando chiedi informazioni a tuo figlio, non porla in maniera giudicante o come se fosse una sentenza.
    Meglio utilizzare il “come mai …” invece che il “perché …” e, inoltre, non fornire minacce come “se non sei promosso, non ti compro il cellullare” ma lascia le domande aperte dando all’altro la possibilità di esprimersi;
  • Con l’esempio, insegna ai tuoi figli a non utilizzare il cellullare (pc o altri device) durante i pasti, o in bagno o prima di addormentarsi;
  • Calma e tranquillizza tuo figlio con un abbraccio o carezza e non con un dispositivo elettronico.

La tecnologia aiuta le persone a vivere meglio, per questo non deve essere demonizzata, ma correttamente utilizzata.

Lavenia, G. (2020). Voglio il cellulare!. Edizioni Mondadori.