L’essere aggressivi è un comportamento che ritroviamo negli animali e in ogni essere umano. Per tanto, l’aggressività ha il fine di salvaguardare il singolo e la specie, infatti un comportamento aggressivo viene messe in atto quando l’individuo o l’animale si sente minacciato dall’esterno.
Quindi di per sé adottare comportamenti aggressivi in specifici casi ci aiuta a sopravvivere, ma quando l’aggressività diviene l’unico mezzo di comunicazione allontana l’individuo dalla famiglia, dal lavoro o dalla scuola, allora significa che vi è una gestione disfunzionale dell’aggressività.
Quando l’aggressività diviene patologica?
Negli uomini, intesi come essere umani, l’aggressività è un comportamento aggressivo che viene messo in atto contro un proprio simili e/o verso sé stessi o contro oggetti/animali. Tale comportamento ha l’obiettivo di fornire danno e ripercussioni, sia fisiche sia psicologiche.
Una caratteristica del comportamento aggressivo “patologico” è che non sempre si esprime con forme di feroce o estrema violenza, tale tratto potrebbe anche essere riscontrato il alcune psicopatologie. In questi casi, sono comportamenti aggressivi subdoli che posso passare da un livello lieve e gradualmente estremizzarsi. Come ad esempio passare da spintoni per arrivare a vere lesioni corporee.
Inoltre, nella vita quotidiana e nella maggior parte dei casi, i comportamenti aggressivi sono rivolti a persone significative dell’individuo (come familiari, genitori, figli, nonni, colleghi, amici).
Quali aggressività si riconoscono?
Per comprendere al meglio i comportamenti aggressivi, bisogna riconoscerne le forme o le tipologie.
In psicologia vengono elencate almeno otto forme diverse di aggressività, le quali possono essere adottate o singolarmente o in combinazione tra loro.
Di seguito:
- AGGRESSIVITA’ DIRETTA:
Il proprio corpo viene utilizzato come strumento, diretto, per recare danno all’altro o a sé stessi; - AGGRESSIVITA’ INDIRETTA:
L’individuo, aggressivo, utilizza come strumento di aggressione altre persone per colpire il suo bersaglio; - AGGRESSIVITA’ ATTIVA:
Per recare danno ad altri o cose, viene utilizzata la forza e la violenza; - AGGRESSIVITA’ PASSIVA:
Sono atti di omissione, come ad esempio non prestare aiuto all’altro in pericolo di vita. È un’aggressività mascherata; - AGGRESSIVITA’ AUTODIRETTA:
Il bersaglio e l’aggressore coincidono, ovvero recare danno a sé stessi; - AGGRESSIVITA’ ETERODIRETTA:
Verso altri od oggetti; - AGGRESSIVITA’ REATTIVA:
Il danno che viene provocato all’altro è guidato da un sentimento di vendetta. È un’azione quasi impulsiva, provocata da un torto ricevuto; - AGGRESSIVITA’ PROATTIVA:
L’aggressore studi “a tavolino” una vera e propria strategia o piano di azione per recare danno.
Come curarle l’aggressività? Tre strategie per affrontarla
Se i comportamenti aggressivi persistono per maggior parte della giornata e se non si riesce a gestirla o si gestisce con fatica, ecco alcune strategie per depotenziare l’aggressività:
- ESPRIMERSI CHIARAMENTE.
Se spesso si adotta l’aggressività perché l’altro non riesce a comprenderti, allora sarà necessario parlare lentamente e abbassare progressivamente il tono di voce.
Prova anche a fare frasi corte e semplici; - NON ATTACCARE SUBITO.
Se senti che stai agendo impulsivamente o in modo violento, insomma se stai mettendo in atto un comportamento aggressivo, fermati. Prenditi del tempo, espira e inspira per cinque volte e comunica come nel punto 1; - TEMPO PER LO SPORT:
Scegli almeno tre giorni alla settimana per fare sport. Fai quelle attività sportive che scaricano la tensione e ti aiutano a controllare il respiro (es.: corsa; camminata veloce; nuoto);
Iniziare un percorso psicologico per curare l’aggressività
Se senti di spaventare eccessivamente gli altri oppure se razionalizzi che alzi subito la voce quando qualcosa non ti piace o sei spesso in uno stato di agitazione e non riesci a gestire questo comportamento allora è il momento di chiedere aiuto e iniziare un percorso psicoterapico.
BIBLIO:
Lorenz, K. (2008). L’aggressività (Vol. 22). Il saggiatore.