Non riesco ad esprimere come mi sento: SOS alessitimia!

Cos’è l’alessitimia?

Il termine “alessitimia” (dal greco “a” per “mancanza”, “lexis” per “parola” e “thymos” per “emozione”) si riferisce alla mancanza di parole per esprimere il proprio stato emotivo. Il soggetto alessitmico ha difficoltà a riconoscere i propri stati interni e, di conseguenza, a valutare se il proprio benessere è sufficientemente adeguato.

Attualmente, è riconosciuta come un costrutto transnosografico, associato trasversalmente a uno spettro di condizioni cliniche che rientrano nel concetto più ampio di disregolazione emotiva. Quando si parla di alessitimia, quindi, non si intende una vera e propria condizione patologica, ma una difficoltà nelle abilità di regolazione affettiva che può manifestarsi in molteplici patologie. Con il concetto di regolazione affettiva si fa riferimento alla capacità di tollerare le emozioni spiacevoli (es. tristezza, rabbia) compensandole con quelle piacevoli (es. gioia, soddisfazione), senza ricorrere a comportamenti disfunzionali, quali mangiare eccessivamente o assumere sostanze.

Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che, a differenza di quanto si pensasse originariamente, l’alessitimia sembra essere un tratto della personalità relativamente stabile, non necessariamente associato a psicopatologia. In tal caso, i soggetti alessitmici manifesterebbero difficoltà nell’elaborazione degli stimoli emotivi su un piano comportamentale, fisiologico e neurobiologico.

Come si manifesta l’alessitimia?

Gli alessitmici mostrano una scarsa partecipazione affettiva sia attraverso le espressioni facciali sia attraverso il linguaggio emotivo; inoltre, sembrano essere meno accurati nel riconoscimento delle espressioni facciali emotive altrui.

Un soggetto alessitmico, nonostante sia apparentemente ben inserito socialmente, potrebbe avere difficoltà in ambito relazionale a causa dell’oscillazione tra comportamenti amorevoli e distacchi improvvisi e immotivati. Se interrogati sui motivi di queste manifestazioni, sono incapaci di dare spiegazioni. Ciò accade perché i soggetti alessitmici, pur mostrando una normale attivazione fisiologica in presenza di emozioni, hanno ridotte capacità di riorganizzare gli elementi che caratterizzano la loro esperienza corporea in una rappresentazione mentale intrapsichica.

Il soggetto alessitmico si esprime spesso in termini concreti e pratici, con uno stile di pensiero orientato verso l’esterno piuttosto che introspettivo. Sebbene i dialoghi siano caratterizzati da molti dettagli, appaiono spesso “vuoti” e “piatti” in quanto privi di riferimenti a desideri, paure e sentimenti. La difficoltà centrale è pertanto rappresentata dalla scarsa capacità di valutare ed interpretare le emozioni, di discriminare tra emozioni e sensazioni corporee e di riconoscere da cosa derivano gli stati emotivi.

Sintomi dell’alessitimia

L’alessitimia è un complesso fenomeno psicologico caratterizzato da una serie di sintomi che influenzano la capacità di una persona di riconoscere, comprendere ed esprimere le proprie emozioni. Identificare questi sintomi è essenziale per una diagnosi accurata e per fornire il supporto e il trattamento adeguati. Di seguito, esploreremo alcuni dei principali sintomi dell’alessitimia, evidenziando come possono manifestarsi nella vita quotidiana delle persone affette da questa condizione.

  1. Difficoltà nell’identificare e descrivere le proprie emozioni.
  2. Scarsa consapevolezza dei propri stati emotivi.
  3. Ridotta capacità di esprimere emozioni in parole.
  4. Difficoltà nel riconoscere le emozioni negli altri.
  5. Tendenza a esprimersi in modo concreto e pratico anziché emotivo.
  6. Oscillazione tra comportamenti affettuosi e distaccati senza una spiegazione chiara.
  7. Espressioni facciali e linguaggio emotivo limitati.
  8. Ridotta partecipazione emotiva nelle relazioni interpersonali.
  9. Mancaza di chiarezza nel comunicare desideri, paure e sentimenti personali.
  10. Difficoltà nella gestione e regolazione delle emozioni spiacevoli.
  11. Tendenza a utilizzare comportamenti disfunzionali per fronteggiare le emozioni (es. alimentazione eccessiva, uso di sostanze).
  12. Ridotte capacità di discriminare tra emozioni e sensazioni corporee.
  13. Difficoltà nel comprendere l’origine e il significato delle proprie reazioni emotive.
  14. Ridotta partecipazione emotiva nella vita quotidiana.
  15. Minore precisione nel riconoscere le espressioni facciali emotive altrui.
  16. Meno ricordi legati a esperienze emotive nella memoria autobiografica.

Perché è importante rivolgersi ad un professionista?

In psicoterapia, il trattamento dell’alessitimia mira all’acquisizione di competenze emotive, che comprendono la capacità di apprendere cosa sono e a cosa servono le emozioni, come si chiamano, come si gestiscono in modo consapevole e come si esprimono e condividono con altri. Tutto ciò si traduce nell’espressione “alfabetizzazione emotiva” (anche detta educazione emotiva). Una buona educazione emotiva consente di sviluppare efficaci strategie di coping e adeguate relazioni sociali, equilibrate e funzionali. Strategie di coping e relazioni sociali sono senza dubbio due ingredienti portanti del benessere psicologico dell’individuo, a tutte le età.

Nonostante sia auspicabile che l’educazione affettiva possa essere integrata nei processi di istruzione scolastica per favorire lo sviluppo di tali abilità fin da piccoli, l’educazione emotiva non è destinata solo ai bambini ma può essere insegnata anche ad adulti e anziani. Accrescere le proprie competenze affettive può portare non solo ad un maggior benessere come individui, ma soprattutto alla possibilità di muoversi e di realizzarsi nel pieno delle proprie possibilità.

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