“La vergogna del terapeuta” di Giampaolo Salvatore è un libro straordinario che esplora il complesso mondo della terapia e del processo di guarigione, ponendo al centro l’importanza dell’esperienza interna del terapeuta come fonte di conoscenza e cura della sofferenza psicologica.

Salvatore definisce il trauma come un’esperienza in cui il legame è condizionato dalla necessità di incarnare solo determinate caratteristiche “validate” dal caregiver, mentre altre vengono dissociate dall’esperienza relazionale e causano un profondo senso di vergogna quando vengono attivate.

Questo trauma è spesso presente anche nella storia del terapeuta e crea un nucleo di vergogna doloroso che viene escluso dalla consapevolezza. Un terapeuta guidato solo da queste parti “validate” rischia di fallire negli interventi terapeutici, di bloccare la terapia, di danneggiare la relazione con il paziente e, spesso, di peggiorare il loro stesso stato di sofferenza.

L’accesso consapevole al proprio nucleo traumatico permette al terapeuta di integrare le proprie esperienze all’interno del flusso della propria esperienza interna. Questo accesso consente al terapeuta di comprendere meglio la sofferenza del paziente.

Attraverso l’analisi di numerosi casi clinici e supervisione, l’autore esamina dettagliatamente la vergogna del terapeuta e illustra come trasformarla in un potente fattore di cura.

Uno dei punti chiave del libro di Salvatore è la convinzione che i terapeuti debbano avere consapevole accesso alla propria parte traumatizzata per comprendere e trattare appieno la sofferenza dei pazienti. L’autore sottolinea che la supervisione clinica è uno strumento indispensabile per consentire ai terapeuti di accedere al proprio nucleo traumatico in modo sicuro e protetto.

Attraverso l’esplorazione e l’integrazione delle proprie esperienze personali, i terapeuti possono sviluppare una maggiore capacità di sintonizzarsi con i pazienti.

Salvatore presenta una prospettiva innovativa sull’integrazione del lavoro terapeutico, in cui il processo di guarigione personale, la supervisione clinica e il lavoro con i pazienti diventano risorse interconnesse.

L’accesso al nucleo traumatico consente al terapeuta di connettersi alle esperienze profonde del paziente, creando così un terreno fertile per la comprensione e la trasformazione. Questa intuizione è in linea con le moderne teorie della cura che enfatizzano l’importanza del processo personale del terapeuta nell’influenzare l’esito terapeutico.

Salvatore collega abilmente il suo lavoro a quello di altri autori come Philip M. Bloomberg e Allan Shore, che condividono l’importanza della relazione terapeutica e della sintonizzazione intersoggettiva come fattori chiave nella cura e nella comprensione della sofferenza psicologica dei pazienti. Questi autori evidenziano come l’interazione tra terapeuta e paziente possa diventare un potente veicolo di cambiamento e guarigione.

Bloomberg, nel suo lavoro, sottolinea il concetto di “risveglio reciproco“, che si riferisce alla capacità del terapeuta di risvegliare nelle persone risorse emotive sopite. Questo risveglio avviene attraverso una sintonizzazione attiva ed empatica con il mondo interno del paziente. Salvatore riconosce l’importanza di questa sintonizzazione e sottolinea che l’accesso al proprio nucleo traumatico consente al terapeuta di essere più sensibile ai segnali non verbali e alle sfumature dell’esperienza del paziente, facilitando così una connessione più profonda e autentica.

Secondo Salvatore, la piena sintonizzazione intersoggettiva si verifica quando il terapeuta riesce a conoscere emotivamente il nucleo di sofferenza del paziente, riconoscendolo come una versione diversa di un nucleo di sofferenza della stessa natura che è stato inizialmente individuato in sé stesso. Solo in questo modo si realizza un collegamento diretto e potente.

Salvatore va oltre e offre un quadro dettagliato su come i terapeuti possono affrontare le sfide e le pressioni derivanti dall’accesso al proprio nucleo traumatico. Attraverso esempi clinici e riflessioni personali, l’autore rende il suo lavoro estremamente accessibile e applicabile nella pratica terapeutica, fornendo strumenti per promuovere un ambiente terapeutico sicuro ed empatico.

“La vergogna del terapeuta” è un libro che illumina il ruolo cruciale dell’accesso al proprio nucleo traumatico nella comprensione e nella cura della sofferenza dei pazienti. È una lettura indispensabile per tutti coloro che sono interessati alla terapia e al processo di guarigione.

Offre una visione importante su come i terapeuti possano integrare le proprie esperienze personali nel loro lavoro e come la relazione terapeutica possa diventare uno strumento potente di cura.

Sono certo che “La vergogna del terapeuta” di Giampaolo Salvatore rimarrà un testo di riferimento prezioso per i professionisti della salute mentale che desiderano approfondire la loro pratica terapeutica e la comprensione della sofferenza umana.

Dello stesso autore:

  • Lysaker, P. H., Salvatore, G., Popolo, R. (2012). Schizofrenia e terapia cognitiva. Psicopatologia, metacognizione e trattamento. Italia: Alpes Italia.
  • Dimaggio, G., Popolo, R., Ottavi, P., Salvatore, G.. (2013). Terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità. Italia: Raffaello Cortina Editore.
  • Dimaggio, G., Popolo, R., Ottavi, P., Salvatore, G. (2017). Terapia metacognitiva interpersonale della schizofrenia: La procedura formalizzata di intervento. Italia: Franco Angeli Edizioni.
  • Salvatore, G. (2018). Lo psicoterapeuta in bilico. Italia: Eretica.
  • Ottavi, P., Popolo, R., Dimaggio, G., Salvatore, G. (2019). Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia metacognitiva interpersonale. Italia: Raffaello Cortina Editore.
  • Salvatore, G. (2022). Il dispositivo interno. Italia: Altrimedia