Alzi la mano chi non è mai capitato di guardarsi allo specchio e dire a se stessi “devi dimagrire! Sei grassa!”. E adesso alzi la mano chi non ha mai sentito “ma quando mai! Stai così bene così!”? E infine, a chi non è mai capitato di perdere qualche chilo e di non voler mangiare per qualche periodo? Bene, penso che nessuno abbia alzato la mano. Questo significa che non è patologico voler dimagrire e idealizzare il nostro corpo; questo significa che non è patologico vederci diversamente da come ci vedono gli altri; e infine, questo significa che non è patologico perdere qualche chilo e non aver voglia di mangiare per qualche periodo. Ma allora L’anoressia ?

Gli ingredienti che ci servono per parlare di anoressia sono diversi:

  • uno dei principali è quello in cui la persona vuole dimagrire sempre di più e per farlo decide di mangiare sempre di meno. Continua a rifiutare il cibo anche quando tutti (la bilancia compresa) le dicono che è troppo magra, anche quando il corpo stesso le dice che è troppo magra (es. quando non arriva più il ciclo mestruale). Questo ingrediente, però, da solo non è necessario per parlare di anoressia.
  • Un altro ingrediente è legato alla fame. Se una persona rifiuta il cibo, potrebbe far pensare che non ha fame. E invece non è così, anzi. avrà tanta fame ma cercherà di lottare sempre di più con il suo stimolo (stimolo essenziale per la sopravvivenza) alla fame per riuscire a rifiutare il cibo.
  • Se una persona rifiuta il cibo, pur avendo fame, perché lo fa? Di motivi ce ne sono tanti, ma quello che interessa a noi è quello che fa riferimento alla magrezza. Osservandosi allo specchio e guardando le costole che sporgono o le guance sempre più scavate ci si aspetta di vedersi finalmente magri. Invece questo non accade, o almeno non accade quasi mai. Questa persona si vedrà sempre grassa (disturbo dell’immagine corporea).
  • Non è ancora finita qui, infatti, cosa ci si aspetta da una persona che si vede sempre grassa? Cercherà tanti modi per dimagrire, perché non mangiare, o mangiare pochissimo (es. saltare i pasti e/o mangiare solo mezza mela per cena), non è abbastanza. Allora studierà su internet e sui social modi per dimagrire, conoscerà altre persone che la pensano allo stesso modo e troverà diversi stratagemmi come induzione del vomito, lassativi, eccessiva attività fisica, controllo costante delle calorie ingerite.
  • Infine, per valutare se i propri sforzi sono stati ripagati, bisognerà tenere sotto controllo il proprio corpo, adottando alcuni metodi come pizzicarsi le gambe o la pancia, mettere le dita intorno al braccio, ed altri metodi simili per controllare la grandezza del corpo e la quantità di grasso.

Ma questi ingredienti sono troppo semplici per descrivere il 0.5/1.0% della popolazione italiana che soffre di questo disturbo. Nella mente c’è di più. Il cibo diventa una vera ossessione, un pensiero costante nella propria vita, diventa l’area principale della vita, quindi non c’è spazio per nient’altro. non c’è spazio per amici. No svaghi. No hobby. No lavoro. No a qualsiasi altro obiettivo.

Lo sport? Lo sport serve solo a controllare il corpo. I social? I social servono solo a trovare il modo di sopportate la fame e dimagrire. I tutorial? I tutorial sono rigorosamente usati per eliminare il grasso. Insomma, si diventa imprigionati dal pensiero di dover controllare il proprio peso corporeo.

Proviamo anche a ricordare cosa abbiamo provato quella volta che ci abbiamo provato con tutti noi stessi in un obiettivo da raggiungere ma nonostante tutti i nostri sforzi non siamo riusciti a raggiungerlo. Come ci siamo sentiti? Tristi, magari arrabbiati, ci siamo sentiti svalutati e incapaci. Però magari dopo poco abbiamo deciso di pensare al prossimo obiettivo. Per chi soffre di anoressia questo non è possibile, non riescono a passare all’obiettivo successivo, anzi, si focalizzano ancora di più portando standard sempre più elevati e le emozioni collegate ad ogni fallimento sono delusione, rabbia, disperazione e magari solitudine. Purtroppo queste saranno le lenti con cui vede il mondo chi sente costantemente queste emozioni.

 

Solo che tutto questo sforzo crea conseguenze. Proviamo a pensare a quando siamo a dieta ferrea. come ci sentiamo? Sicuramente deboli, irritabili e ci creiamo problemi ad uscire per una cena perché dobbiamo seguire la dieta. Moltiplichiamo tutto questo e cosa avremo? La nostra persona potrebbe svenire, avere anche difficoltà a parlare, dormirà tanto e sarà molto irritabile e nervosa. Purtroppo non c’è solo questo, infatti ogni essere vivente necessita di cibo per sopravvivere e senza cibo gli organi interni inizieranno a non funzionare come dovrebbero fino ad essere compromessi.

E nel cervello? Il cervello non funzionerà bene, sia perché la mente sarà tutta dedicata a pensare al cibo e a tutto ciò che è correlato al cibo e sia perché non ha abbastanza sostanze nutritive e quindi si evidenzieranno problemi cognitivi significativi e umore deflesso.

Ma pensiamo a prima di tutto questo, prima che questa persona iniziasse ad avere tutti questi sintomi, come era la sua vita? E quanti anni aveva? Possiamo dire che generalmente l’insorgenza dell’anoressia nervosa avviene durante l’adolescenza o anche poco dopo la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta. La sua vita prima del disturbo psichiatrico probabilmente era già un po’ complessa; spesso si riscontrano legami familiari difficili e questa persona probabilmente vorrebbe essere la migliore in quello che si prefissa, alzando l’asticella sempre più in alto, anche se non è possibile raggiungere la perfezione, e allo stesso tempo deve affrontare le difficoltà che la vita le propone. Adun certo punto, senza nemmeno rendersene conto, si troverà intrappolata nei pensieri e nel controllo del cibo.

Talvolta, altri disturbi, come i disturbi di personalità, vengono scambiati per anoressia nervosa, oppure potrebbero essere presenti entrambi e quindi avere difficoltà a comprendere cosa spinge una persona a comportarsi e a provare emozioni in determinate situazioni.